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La delizia della scrittura.

 

Scrivere è… non so nemmeno che parola usare per dire quanto sia speciale. Per me, che lo faccio quasi ogni giorno, è quasi come una droga: mi da piacere, mi rilassa e mi diverte. Tutti possono scrivere, ma riuscire a comporre le parole nel modo giusto così da creare qualcosa di bello da poter esser letto e apprezzato dagli altri è privilegio per pochi.

Ma chi è che scrive?

Che tipo di persone sono quelle che prendono carta e penna e costruiscono un testo?

Sono i professori, i poeti, gli innamorati, gli scienziati… persone diverse, con diversi interessi. Non importa cosa tu segua o studi, il piacere di metterlo per iscritto è quel che conta.

Scrivere è una delle più importanti eredità che i nostri antenati ci hanno lasciato, una delle tante branchie della cultura che hanno permesso pian piano la sconfitta dell’ignoranza. È la forma più antica di comunicazione, chi ha studiato Linguistica saprà bene quanto è stato profondo il suo sviluppo da civiltà in civiltà: una volta vantaggio per pochi, adesso alla portata di tutti.

Sembra una cosa scontata il fatto siamo capaci di possedere questa abilità in questo millennio tecnologico, ma non è affatto così. Purtroppo ancora oggi, soprattutto  nei paesi più poveri; questo diritto viene negato perché può rappresentare la chiave della libertà per i deboli e l’arma di distruzione per i malvagi.

 

Comunicare con la scrittura è semplice e il suo contenuto può essere modificato a seconda del target di lettori a chi ci si vuole rivolgere: c’è chi scrive per dare notizie, chi per far conoscere una scoperta scientifica, o chi invece vuol regalare l’emozione di una storia.

Da quest’ultimo punto di vista tutti sappiamo quanto l’editoria sia ricca di romanzi e novelle varie, oltre che saggi di storia e cultura moderna.

Infatti, ad un certo punto scrivere non è stato più legato all’esclusiva ragione scolastica, alcuni individui cominciarono a raccogliere i racconti orali della gente povera per trasformarle in collezioni da poter diffondere nel mondo come fecero i ben noti fratelli Grimm. In questo modo, fiabe e favole di ogni paese hanno potuto essere condivise nel globo da generazione in generazione (subendo però svariate modifiche).

Un piccolo interessante approfondimento su questo articolo: https://www.edisco.it/i-coriandoli/wp-content/uploads/sites/77/2017/08/01_La_fiaba_origine_e_storia.pdf

Perché si scrive?

Questa domanda è importante tanto quanto la sua risposta.

Non c’è un solo modo corretto per spiegarlo,  in tanti hanno contestualizzato a modo loro la risposta e in alcune di queste ci si può rispecchiare:

 

Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che poi venga scoperto.

(Italo Calvino)

 

C’è qualcosa di delizioso nello scrivere le prime parole di una storia. Non sai mai dove ti porteranno.

(Beatrix Potter)

 

Meglio scrivere per sé stessi e non aver pubblico, che scrivere per il pubblico e non aver se stessi.

(Cyril Connolly)

Se volete fare gli scrittori, ci sono due esercizi fondamentali: leggere e scrivere molto. Non conosco stratagemmi per aggirare queste realtà, non conosco scorciatoie.

(Stephen King)

 

Capito il bello?

Probabilmente scrivere è qualcosa che non passerà mai di moda. Ed è meglio così. Come potremmo rinunciarvici dopotutto?

 

 

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